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edizione 2022

Voguing: dentro il crossdressing / Eva Gusella

Quando si pensa al crossdressing per molti la reazione più immediata è quella di associare questo termine a una manifestazione esteriore di omosessualità. Basterebbe però fermarsi a riflettere, anche solo per pochi istanti, per comprendere quanto riduttiva e semplicistica possa essere questa identificazione. Fin dall’antichità infatti l’indossare capi di abbigliamento che definiscono un ruolo di genere opposto a quello cui biologicamente si appartiene, si è concretizzato in ambiti (basti pensare al teatro) che non riguardano necessariamente l’orientamento di genere. Cosa che ha permesso in questi casi di eludere la riscossione di un giudizio aprioristicamente negativo. Altri esempi vengono poi dal mondo dell’arte. Viene in mente la creazione del personaggio di Rrose Sélavy nato dalla collaborazione tra Marcel Duchamp e Man Ray, o la galleria di personaggi interpretati da Cindy Sherman o da Morimura Yasumasa. Quando tuttavia il crossdressing rappresenta la risposta alle esigenze indotte da una disforia di genere, la pratica può anche essere all’origine di forme di aggregazione sociale, ancorché caratterizzate da una forte componente competitiva. In questo senso si può inquadrare il fenomeno del voguing, una forma coreutica ludica incentrata sull’emulazione delle pose delle modelle di Vogue durante le sfilate ed evolutasi in forma competitiva nell’ambito delle comunità LGTBQ+. Questa deriva del crossdressing suggerisce una riflessione trasversale sul mondo della moda in cui la distinzione fra maschile e femminile, pur affievolitasi negli ultimi decenni, è ancora ben lontana dal rappresentare un paradigma di inclusività. E proprio il concetto di inclusività è al centro di questa ricerca fotografica in cui la pratica della fotografia di moda, con il suo articolato processo produttivo, si innesta sull’idea di superamento delle barriere di genere. In questo lavoro la centralità di un più generale concetto di inclusività è condivisa con la restituzione dell’individualità personale dei modelli. Al di là quindi dei riferimenti ai classici della fotografia di moda, le immagini rivelano grande attenzione da parte dell’autrice alla persona che indossa gli abiti, lasciandone trasparire l’individualità e il carattere, anche grazie all’intelligente e attento utilizzo dei gradienti cromatici.
Sandro Iovine


Profilo autore
Dopo essersi diplomata in Scenografia, nel 2018, continua i suoi studi all’università, specializzandosi in Fotografia e Linguaggi Multimediali. Fin dall’infanzia ha sognato di lavorare nella moda, sua grande passione insieme alla fotografia. La moda, per lei, è un’espressione dell’identità e della creatività personale, un’estensione della nostra pelle, l’espressione della nostra storia e delle nostre emozioni. Lei crede che, durante l’immagine della moda, possiamo raccontare degli eventi attuali e portare anche un vero e significativo messaggio nella nostra società.


riferimenti
sito web / www.evagusella.com
copyright / Eva Gusella, tutti i diritti riservati


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